Il furto del privilegio: tutti possono fotografare e pure vendere! Io ho deciso di regalare!

Tre mesi fa scrissi questo post in uno dei nuovi social che pulsano in rete, Quag:
"Il furto del privilegio: tutti possono fotografare e pure vendere!"
Esiste l'esigenza di creare una divisone tra fotografia fatta da una persona che ha una macchina fotografica e fotografia fatta da una persona che ha una macchina fotografica e partita iva.

La prima è una persona che la vita ha portato a scegliere un percorso in cui il pane quotidiano è dato da un lavoro che non è definibile come "fotografo" : idraulico - elettricista - avvocato - imbianchino...

La seconda ha la partita iva e si può definire fotografo.

- tralascio volontariamente la visione classista sull'idea che la poetica e la sensibilità appartengano solo ai secondi -

Ad una cena tra amici mi viene fatta presente l'esistenza di un'app che dicono sia migliore di instagram, si tratta di EyeEm, non vi è il vincolo estetico-emotivo di uno scatto quadrato e novità assoluta: si possono vendere le foto, pure quelle fatte con lo smartphone, soprattutto quelle fatte con il nostro gingillo pixelloso.

Questo aspetto mi viene presentato, da persone non fotografi, come una figata per quelli come me, per noi professionisti, perché ci si può far conoscere vendendo le nostre foto.

Qualche mese fa, girando su un portale fotografico, 500px, avevo scoperto che vi si possono vendere le foto, con dei parametri ben chiari: dimensione ben precisa in px, liberatoria firmata dai soggetti presenti se riconoscibili e niente logo.

Nel 2015 quindi la vendita delle fotografie (un mercato molto interessante non solo per quello che concerne il collezionismo ma soprattutto per potenziare l'esperienza visiva di ciò che si mette rete) sta diventando sempre più semplice.
Alla portata di tutti.

Come con la propria auto si può diventare un autista di Uber, con la stanza libera in casa, un ospite su airbnb, con il proprio strumento, smartphone o reflex, si può vendere fotografie ad un mercato mondiale.

L'edile che è in pausa mentre sistema il tetto di un palazzo, posto in una situazione di visuale agevolata, può scattare una foto... e venderla!

Questa persona avrà frequentato qualche scuola di fotografia?
Avrà passato giornate e notti a cercare il magico momento?
Avrà il diritto di osservare attraverso un foro e pigiare col proprio ditino un pulsante che catture quell'istante?

La mia risposta è: a chi interessa?

Se quella foto funziona, conquista e vende, se quello scatto permette ad un'altra persona, in qualche angolo remoto del mondo, di potenziare il proprio messaggio con quel contributo visivo... che senso ha chiedersi se aveva il diritto di farla o no?

Ultimamente su facebook ( luogo dalla facile polemica e soprattutto ambiente in cui far pesare le proprie debolezze passa per l'essere vincenti ) mi è capitato di consigliare ad una ragazza ( che voleva intraprendere un progetto che univa web e fotografia ) di spippolare tra i vari contributi in rete per capire se le conveniva pagare un fotografo professionista oppure imparare lei direttamente a farle le foto evitando quel costo da caricare al cliente finale mantenendo così il prezzo del suo prodotto competitivo.

Il mio consiglio non è stato gradito dagli altri professionisti.
Nel leggerli mi sono venuti in mente i taxisti che attaccano Uber, persone che sentono il diritto vivo di difendere una professione da il pressappochismo del fai da te.

Purtroppo io spippolo in rete dagli anni '90, questo mi ha permesso di comprendere quanto sia potente e aggiornata la rete. Quanto tutto sia veloce ma allo stesso tempo non travolgente come lo percepiamo nell'immediato, a causa dei tempi di assimilazione e accettazione.

Spesso si ha una visione superficiale di internet ma quando professionisti affermati ( e umili ) decidono di condividere le proprie competenze, questa scatola ( questo è per me la rete ) si colma di informazioni utili, di spunti di riflessione e soprattutto permette alle persone di scoprire che non vi sono segreti da proteggere quando si tratta di osservare e fermare un istante.

Chiunque, curioso e osservatore per indole, può, nel 2015, scattare una foto e venderla e non ci trovo nulla di scandaloso e non sento la mia professionalità in pericolo.

Forse la penso così perché mi son scordata di presentarmi il giorno in cui Re Artù poneva l'Obiettivo d'Oro sulla spalla dei presenti.
Letture consigliate - in rete
Settimio Benedusi - fa saltare i nervi ai prescelti, lo stimo
Chico de Luigi - il suo Blob è meraviglioso, lo stimo
Toni Thorimbert - consigli di lettura e non solo, lo temo

Tecnica?
youtube ne è colma (non vi sono segreti) ma Marlk Wallace ( con la sua AdoramaTV) mi piace un casino.

p.s.
sensibilità e poetica:
musei, piazze, persone, odori, tutto da sentire, da osservare e da ascoltare... sono lezioni che gratuitamente le persone della prima categoria spesso seguono in serenità con assiduità.
Sempre durante quel periodo risposi ad un post dal titolo Gratis è sinonimo di Ricchezza in questo modo:
Gratis=Investimento è un binomio che un fotografo spesso incontra nella sua strada.

A chi lavora con le immagini viene spesso richiesta una collaborazione gratuita, un contributo gratuito, che verrà retribuito con la visibilità e una super pacca sulle spalle da parte di Pollon.
Si, proprio lei.

A causa di queste esercito di persone che amano pagare in visibilità e che hanno il numero di telefono di Pollon questo binomio è diventato sinonimo di FREGATURA.

Chi produce beni che si basano su materie prime da pagare spesso non può offrire gratis qualcosa... chi ha un prodotto deperibile in breve tempo non può donare a titolo di investimento se non con una strategia-evento ben progettato, ma purtroppo l'idea che ci si liberi di qualcosa di superfluo è sempre presente nella testa di chi dovrebbe accettare il dono.

Grandi marchi possono farlo, Cocacola ha invaso molte città donando il suo prodotto, ma i commenti sui social non sono stati molto positivi, mi riferisco al caso Firenze in particolare.
Il costo di questo omaggio quanto incide nell'economia di una multinazionale?
Quanto costerebbe una cosa del genere alla Tassoni?

Instagram, come google, offre un servizio gratuito in cambio di dati: dal profilo, alla geolocalizzazione... dati preziosi per incanalare un modo ben targhetizzato un prodotto che paga per essere visibile a chi potrebbe acquistarlo.

Si parla di bacini di utenza incredibili.

Qualche tempo fa sono inciampata su Ryan McGuire, un creativo... come l'ho trovato? Grazie a questo suo progetto: www.gratisography.com dove offre foto ad alta risoluzione in modo gratuito...

Nel prossimo aggiornamento del mio sito ho deciso di fare la stessa cosa

Non pagando più rullini e scattando ogni tanto a pene di segugio ho pensato che Ryan ha trovato un ottimo modo per rendersi visibile in modo intelligente... lui non pretende che qualcuno realizzi e lavori per dargli modo di "donare". Così può andare.

Dona se stesso! Lui è "il prodotto"!

Per altre realtà che non siano multinazionali o "calamite" di dati, penso sia veramente tosto mettere in piedi un investimento basato sul dono.
Ne è trascorso di tempo da queste riflessioni e si sono solidificte fino a portarmi ad aggiornare questo blog e ad inserire una nuova pagina dove posterò foto completamente libere, gratuite, Freebies - Free Photo, fatene buon uso.

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